Carico immediato con impianti Neoss

Materiali e metodi

Selezione del paziente
Le valutazioni pre-operatorie hanno incluso un esame clinico e radiografico, con esecuzione di ortopantomografia, radiografie endorali, e, ove necessario, TAC.

Pubblicità

Sono stati considerati criteri di inclusione:

  • necessità di una riabilitazione fissa su impianti, in una zona edentula, con particolare esigenza di natura estetica;
  • disponibilità di osso per posizionare impianti con una lunghezza minima di 9 mm e diametro 4 mm;
  •  minimo torque di inserzione: 30 Ncm;
  • minimo valore di RFA: ISQ 50.

Sono stati considerati criteri di esclusione:

  • malattie generali non compensate;
  • insufficiente livello di igiene orale;
  • presenza di un deep bite a livello degli incisivi centrali superiori.

Sono stati considerati come fattori di rischio:

  • fumo;
  • bruxismo;
  •  malattia parodontale.

I pazienti affetti da malattie parodontale sono stati trattati con terapia specifica prima del trattamento implantologico. Tutti i pazienti sono stati scrupolosamente informati sul tipo di terapia a cui andavano incontro e hanno firmato un consenso alla partecipazione.

Impianti Neoss
Gli impianti Neoss utilizzati sono caratterizzati da una geometria leggermente conica (figura 1). La presenza di una superficie di taglio primaria e di una secondaria conferisce all’impianto un torque di inserzione ottimale, senza rischi di ipercompressione dell’osso. La superficie è modificata mediante sabbiatura con un doppio tipo di particelle (Bimodal™ surface, Neoss Ltd, Harrogate, UK); dapprima con particelle di ceramica più grosse, per ottenere macro rugosità; quindi con particelle di diametro inferiore, per ottenere micro rugosità.

La rugosità, inoltre, è maggiore verso l’apice dell’impianto e minore verso il collo dell’impianto. Il collo dell’impianto ha un’altezza di 1,9 mm e può essere posizionato a livello della cresta o al di sopra di essa a seconda che si desideri utilizzare la tecnica sommersa o transmucosa.

Procedura chirurgica e protesica
I pazienti hanno ricevuto un grammo di amoxicillina prima dell’intervento, continuando per cinque giorni successivi ogni 12 ore. Dopo l’intervento è stato prescritto un antinfiammatorio (nimesulide) ogni 12 ore per tre giorni. Sono stati prescritti sciacqui con clorexidina al 20% ogni 12 ore a iniziare dai due giorni precedenti l’intervento, continuando poi per sette giorni successivi. Per esporre la zona di intervento è stata eseguita un’incisione crestale, talvolta con incisione distale di scarico, sollevando quindi un lembo a tutto spessore.

La preparazione del sito ricevente è stata eseguita con una successione di frese di diametro crescente (2,2 mm, 3 mm, 3,4 mm) e, allo scopo di mantenere l’osso corticale, è stato evitato l’uso del countersink. In presenza di osso soffice, è stato sottopreparato il sito usando la fresa da 3 mm come diametro finale. In presenza di siti post-estrattivi immediati, si è eseguito un accurato debridment dell’alveolo, allo scopo di rimuovere ogni residuo di tessuto infiammatorio o di legamento parodontale. In casi selezionati, è possibile usare la tecnica flapless, cioè l’inserzione dell’impianto senza sollevamento del lembo.

I vantaggi di tale tecnica sono:

  • riduzione del tempo chirurgico;
  • mantenimento del livello e della morfologia dei tessuti molli;
  • riduzione del dolore e dell’edema postoperatorio.

La procedura protesica è stata eseguita in modo tradizionale, con l’adattamento immediato di una protesi provvisoria oppure mediante la presa di impronte e l’invio in laboratorio per la realizzazione del provvisorio.

2. Schema di funzionamento dello strumento per la frequenza di risonanza (Osstell Mentor).

Frequenza di risonanza (RFA)
Un metodo non invasivo per la valutazione della stabilità implantare è stato messo a punto, alcuni anni fa, da Meredith et al.16-18. Questo sistema è costituito da un trasduttore fissato all’impianto in grado di emettere vibrazioni di tipo sinusoidale, che vengono poi raccolte da un secondo elemento analizzatore di frequenza. Le rilevazioni vengono quindi espresse in un valore di utilizzo clinico definito ISQ (Quoziente di Stabilità Implantare). Quanto più è elevato questo valore tanto più l’impianto è stabile nell’osso. Secondo gli autori, la frequenza di risonanza è determinata dalla rigidità dell’interfaccia impianto/tessuti e dalla distanza tra il trasduttore e il primo contatto osseo.

Attualmente, è disponibile un nuovo tipo di apparecchiatura per la frequenza di risonanza (Osstell Mentor™, Osstell AB) che permette una misurazione senza che vi sia contatto fisico tra il trasduttore (Smartpeg) e la punta del rilevatore (figura 2). La possibilità, inoltre, di eseguire due o più misurazioni secondo differenti assi (per esempio, mesio-distale o bucco-linguale) consente di ottenere una valutazione più precisa della stabilità osso-impianto. La frequenza di risonanza è da considerarsi un metodo non invasivo indispensabile per il monitoraggio degli impianti soggetti a carico immediato. È opportuno eseguire la prima misurazione al tempo 0 (baseline), seguita da successive ogni 15 giorni per i primi due mesi. In caso di valori di partenza piuttosto bassi (compresi tra 50 e 60 ISQ) è consigliabile eseguire le misurazioni ogni settimana per le prime sei settimane.

Continua …

Carico immediato con impianti Neoss - Ultima modifica: 2009-10-28T08:36:02+00:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome