Anchilosi dentale: aspetti eziologici, clinici e terapeutici

In medicina, il termine “anchilosi” identifica in maniera generica la riduzione o la perdita della mobilità di un’articolazione. Quella alveolo-dentaria rappresenta una peculiare tipologia di articolazione fibrosa, detta gonfosi. Essa può essere a sua volta soggetta ad anchilosi, ovvero alla perdita del legamento parodontale. L’anchilosi dentale può essere pertanto definita come la perdita della mobilità dentale, conseguente alla fusione fra cemento (quindi radice) e osso alveolare, la quale si manifesta in un qualsiasi momento dell’eruzione o successivamente ad essa. Il processo è in realtà più articolato e consta di una sequenza di fasi di riassorbimento e apposizione di tessuto osseo, il che nel complesso può andare a minare la stabilità del dente. Il tasso di riassorbimento è comunque estremamente variabile.

Dal punto di vista eziologico, la teoria maggiormente accreditata osserva come l’anchilosi sia una condizione frequentemente susseguente a un trauma a carico del legamento parodontale: tra questi la lussazione e l’avulsione costituiscono i più gravi. Sono comunque descritti anche casi idiopatici.

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Video updated on Youtube by  Donato Dental – Donato Napoletano, DMD

Dal punto di vista della clinica, oltre al dato negativo di mobilità, l’elemento interessato manifesta il più delle volte un tipico suono ottuso alla percussione. All’osservazione, il margine incisale può risultare staccato dal piano occlusale ed il margine gengivale (o meglio quello amelo-cementizio) in posizione più apicale rispetto agli elementi circostanti. Ciò si osserva qualora fossero stati interessati elementi permanenti nel soggetto in crescita: una volta in anchilosi, il dente e i tessuti circostanti perderanno la capacità di seguire l’espansione del mascellare. Con il proseguire della crescita, dunque, il dente verrà a trovarsi in una posizione arretrata rispetto agli altri componenti dell’arcata. Si tratta dello stesso procedimento che controindica anche le riabilitazioni implantari – un impianto osteointegrato è assimilato a una radice in anchilosi – nella medesima fascia di età.

L’indagine radiografica non è sempre dirimente, ma teoricamente vi si dovrebbe riconoscere l’assenza della banda di radiotrasparenza pericoronale determinata dallo spazio del legamento parodontale.

La seconda parte dell’articolo sarà dedicata all’approccio terapeutico. Si anticipa il fatto che questo dipende da una serie di fattori. Il primo e più importante è l’età, nel senso della fase dello sviluppo in cui si trova il paziente (al momento in cui si presenta il processo degenerativo e quando l’anchilosi viene diagnosticata). Il dato di crescita è correlato ovviamente anche al sesso. La condizione può interessare anche gli elementi decidui. Vanno considerati anche gli aspetti estetici, su tutti la posizione della linea del sorriso.

Anchilosi dentale: aspetti eziologici, clinici e terapeutici - Ultima modifica: 2017-05-30T06:31:55+00:00 da redazione

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