Aloe vera e gengivite

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Uno stato infiammatorio cronico generalizzato dei tessuti gengivali è una condizione clinica che merita quantomeno un accurato monitoraggio clinico e, in alcuni casi, l’immediato intervento da parte dell’odontoiatra. Tale situazione, infatti, può nel medio-lungo termine predisporre a un progressivo aggravamento, fino a culminare nella malattia parodontale propriamente detta.

Uno dei rimedi maggiormente raccomandati ai pazienti affetti da gengivite consiste in un ciclo di sciacqui con un collutorio contenente clorexidina. La clorexidina, senza dubbio l’agente antibatterico maggiormente impiegato in odontoiatria, manifesta una notevole efficacia nell’abbattimento della carica microbica e favorisce la risoluzione della condizione infiammatoria. D’altra parte, tale composto non è contenuto in tutti i collutori, anche perché non si presta ad un utilizzo prolungato, soprattutto se somministrato a dosaggi medio-alti (0.12-0.20 %). Può infatti causare alcuni effetti collaterali, tra i quali forme di pigmentazione della lingua e alterazioni del gusto (disgeusie). Sul mercato sono in effetti disponibili diversi collutori per l’uso quotidiano, principalmente a base alcolica e/o di oli essenziali.

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Negli ultimi anni, la fitoterapia, pratica medicamentosa di origini antichissime, basata sull’impiego di piante o estratti di piante, ha suscitato un largo interesse nella medicina convenzionale e stimolato notevolmente la ricerca scientifica. Basti pensare che nella banca dati Scopus più di tremila lavori scientifici sono indicizzati per titolo, abstract o parola chiave alla voce “aloe vera”.

Volendosi concentrare proprio sull’aloe vera, si può dire che si tratti di uno fra i più noti fitofarmaci, estratto da una pianta succulenta diffusa ormai in tutti i continenti, e che ha manifestato una complessa attività farmacologica su più apparati. Tra gli altri, sono stati rilevati effetti antiossidanti, immunomodulatori e, appunto, antinfiammatori e antimicrobica. Quest’ultima attività non si limita alle specie batteriche, ma interessa anche forme fungine, fra le quali Candida albicans, il più comune responsabile delle micosi nel cavo orale.

Uno degli aspetti maggiormente rilevanti del microbiota gengivale è la capacità di organizzarsi come biofilm. Studi dimostrano come l’aloe possa esprimere un effetto anche nel controllo della placca.

Per quanto riguarda l’infiammazione, il fitofarmaco induce inibizione delle ciclossigenasi con blocco della sintesi di prostaglandine. La pianta contiene anche vitamina C e favorisce in generale la rigenerazione dei tessuti molli.

In base a tali indicazioni parziali è auspicabile, da una parte, la prosecuzione della ricerca, con l’allestimento di nuovi trial clinici sul modello umano. Dall’altra, l’immissione sul mercato, che oggi si concentra in massima parte sui collutori, di formulazioni differenti a base di aloe vera, ad esempio in gel.

Aloe vera e gengivite - Ultima modifica: 2017-02-01T07:51:39+00:00 da redazione

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