Si definisce aftosi una condizione di patologia muco-cutanea caratterizzata dalla presenza di afte, ossia di lesioni ulcerative con un fondo giallastro, dato dalla coagulazione della fibrina.
Un’afta può rappresentare un’esperienza estremamente dolorosa per il paziente e, se necessario, la sua gestione clinica prevede il rivolgersi allo specialista, ossia l’odontoiatra, ovviamente.
Un ulcera aftosica si presenta solitamente sulle mucose orali a minor grado di cheratinizzazione, quali ad esempio il pavimento orale, il ventre linguale o il fornice. Questa caratteristica è importante per la diagnosi differenziale con la fase ulcerativa dell’infezione erpetica, che invece tende a manifestarsi su mucose più cheratinizzate, come possono essere quelle dell’orlo rosa labiale.
Esistono diverse classificazioni di questa patologia; per comodità, distingueremo tra:
aftosi minor: la comune ulcera aftosica, singola e a rapida remissione;
aftosi maior: lesione più grande, presente nel cavo orale o in orofaringe; estremamente dolorosa e difficile da gestire;
aftosi herpetiforme (o herpes-like): variante disseminata.
Le afte inoltre, potranno manifestarsi come evento sporadico o più frequentemente. In questo secondo caso, si parlerà di stomatite aftosica ricorrente, o SAR.
Nella popolazione, la manifestazione aftosica viene collegata ad uno stato di forte stress. La base eziologica non è, in realtà, del tutto chiara neppure agli specialisti: sembra trattarsi di un disordine del microbiota orale e, contemporaneamente, immunologico; ci sono anche delle evidenze del fatto che presenti un incidenza su base etnico-razziale, che esistano fattori genetici e che anche l’alimentazione giochi un ruolo. Anche gli stati carenziali favoriscono l’insorgenza dell’afta.
Più importante sottolineare come l’aftosi si colleghi ad alcune patologie.
La stomatite aftosica ricorrente si presenta frequentemente in soggetti affetti da sindrome celiaca, tanto da rappresentarne uno dei principali campanelli dall’allarme in fase diagnostica.
Si ritrovano ulcere di tipo aftosico anche nella mucosa orale di pazienti colpiti dal morbo di Crohn.
L’introduzione del regime di dieta priva di glutine, in questi pazienti, tende a porre freno alla stomatite. Si tratta di un dato molto importante, essendo la manifestazione clinica frequente soprattutto nei pazienti in età evolutiva o giovanile.
L’aftosi ricorrente orale, genitale e l’uveite sono i caratteri fondamentali della sindrome di Behçet, una rara patologia, anch’essa a base autoimmunitaria.
Negli immunodepressi, soprattutto HIV positivi, la stomatite si manifesta in forma maior, con un impatto estremamente negativo nella qualità di vita del paziente.
La remissione, soprattutto nel caso della classica afta minor, è spontanea e rapida, con restitutio ad integrum. Nel caso, però, di forme più impegnativo, la terapia di elezione è rappresentata dai cortisonici topici o, se necessario, come terapie sistemiche.
Per una grossa eruzione di afte, una sospensione di tetraciclina a 125 mg/ml (preparata sciogliendo il contenuto di una capsula in un cucchiaino da tè di acqua) può essere tenuta in bocca per 1-2 min e poi sputata. Questo trattamento viene ripetuto qid fino a quando i sintomi scompaiono, di solito in un giorno. In alternativa, una sospensione orale di tetraciclina (250 mg qid per 10 gg) viene tenuta in bocca per 2-5 min e poi deglutita. Il trattamento precoce, iniziato quando il paziente sente un sintomo prodromico, può bloccare l’eruzione. Le tetracicline non devono essere somministrate a bambini < 9 anni di età, poiché alterano il colore dei denti in via di formazione.
Nei casi gravi di afte piccole o nei casi di afte grandi si effettua un trattamento con corticosteroidi, sia per via sistemica che per via locale. La lidocaina viscosa migliora la sintomatologia. Un gel di fluocinonide allo 0,05% per via topica tid può essere applicato sulle afte più grandi
